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Nabokov, il «Corriere» e l’ineditite
«Ce l’abbiamo solo noi e l’Ansa». Così dicono i giornalisti quando vogliono scherzare su se stessi, sulla loro voglia, o meglio, smania di apparire più bravi (cioè più tempisti) degli altri. «Ce l’abbiamo \ solo noi e l’Ansa» vuol dire, in pratica «ce l’hanno tutti», visto che quelli che una volta si chiamavano dispacci Ansa, per i giornalisti sono indispensabili quasi come l’aria, e come l’aria si trovano ovunque.
Essendo particolarmente in vena di autolesionismo (o di autocommiserazione), denunciamo qui un’altra «malattia» tutta nostra, di noi cronisti, soprattutto culturali: l’«ineditite». Cioè la caccia all’inedito, che spesso si rivela più infruttuosa di una caccia alle farfalle fatta con un retino rotto.
A proposito di farfalle, chi era quel famoso scrittore che si dilettava, con acrìbia tale da raggiungere il professionismo, di entomologia? Facile, Vladimir Nabokov. Ebbene, proprio lui, l’autore di Lolita, ha indirettamente causato l’ultimo, marginale ma curioso, caso di «ineditite» che ha colpito un autorevole quotidiano italiano, il Corriere della Sera. Nel quale, due giorni fa, si riportava che l’altrettanto autorevole periodico statunitense The New Yorker pubblicava nell’ultimo numero un «racconto inedito» del narratore nato a Pietroburgo nel 1899, morto a Montreux nel ’77 e che dal ’40 visse negli Usa, prendendone la cittadinanza nel ’45.
Come quasi sempre accade, anche in questo caso l’«ineditite» (che ha colpito sia l’articolo, sia il titolo) era di origine psicosomatica: la malattia ti viene perché temi (o, sotto sotto, vuoi) che ti venga. Infatti, il racconto in oggetto, dal titolo Nataša, inedito non è, essendo stato pubblicato in Italia mesi fa da Adelphi nel volume Una bellezza russa e altri racconti (pagg. 758, euro 38, «Finito di stampare nel febbraio 2008», per essere precisi). Non solo, nella prefazione alla raccolta adelphiana, firmata da Dmitri Nabokov, il figlio di Vladimir (fra l’altro, traduttore proprio di Nataša, oltre che di altri racconti lì riuniti) leggiamo: «Sono lieto che questa edizione italiana appaia in tempo utile per inserire un ulteriore e importante inedito, qui pubblicato in esclusiva mondiale: Nataša, con ogni probabilità il primo racconto scritto da Nabokov».
P.S. La notizia sopra riportata non ce l’abbiamo solo noi del Giornale. È ormai di dominio pubblico. Dunque, tutto sommato, non è neppure inedita.